"Alla fine è stata una giornalista di origine italiana di un quotidiano tedesco di sinistra ad esprimersi: «Ma voi avete in ogni caso sempre voluto staccarvi dall’Italia». In precedenza mi aveva fatto un complimento per il mio italiano. Alla mia replica: «Ma sono italiana!», rimase di stucco.
E solo successivamente le balzò agli occhi che nel mio italiano, a suo dire, si sarebbe percepito l’accento straniero.
Le chiesi come mai, di tutti i numerosi, variegati accenti italiani, proprio il mio potesse passare per straniero.
E lei: «Come posso dire, si sente che lei non è italiana.»
Ad un certo punto ho dovuto capire che si intendeva davvero questo per minoranza. Agli Istituti italiani di cultura non viene in mente di promuovere artisti, musicisti, autori, ecc. appartenenti a minoranze italiane - non sono considerati parte della cultura italiana.
Chi è responsabile della promozione artistica nella italo-francese Val d’Aosta? L’Italia? No. La Francia? No.
Chi invita e si accolla i costi per i giovani artisti che vengono dal multilingue Friuli o dalla regione di confine dell’Istria, dalla Slovenia, dall’ex crogiolo della monarchia KuK?
Quali istituti di cultura internazionali si occupano delle regioni periferiche? Di una cultura che potrebbe prestare voce alle persone di quei posti e dare espressione ai loro conflitti? È un caso che i populisti di destra lì siano i più attivi?
Chi li porta all’estero? Nei 93 Istituti italiani di cultura sparsi per il mondo sono rappresentati senza eccezione alcuna artisti italiani, ma nessuno che appartenga ad una delle minoranze esistenti in Italia. Chi li accoglie nelle antologie della «Nuova letteratura italiana» o nelle collettive dei «Nuovi artisti italiani»?
Una sola volta ho ricevuto un invito da parte del direttore dell’Istituto italiano di cultura a Berlino. Quando lessi degli estratti del libro «Das Herz eines Bastards», non poté fare a meno di piangere. In seguito, mi confessò di venire dal Friuli; lui stesso quindi apparteneva ad una minoranza e si riconosceva nel concetto di bastardo. Sotto Berlusconi gli venne subito revocato l’incarico. Ne ha tradotto il testo. È stata la prima ed ultima volta che un mio testo è stato tradotto in italiano; delle mie pièces di teatro sono state tradotte in sette lingue, ma nessuna in italiano."
Maxi Obexer, Europas längster Sommer, 2017
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento