giovedì 10 novembre 2016

9 novembre (e 24 giugno) 2016: "but we will get there in the end"

Sono lenta: non ho ancora assorbito l'esito del referendum britannico e non mi sono fatta ancora un'idea completa e definitiva delle ragioni che hanno condotto i britannici, con le note eccezioni, ad optare per l'uscita dall'Unione Europea. Nel frattempo, è arrivata un'altra tramvata e la mia sensazione di pancia è che non sarà l'ultima, almeno se ci si ostinerà a far finta che il vuoto lasciato dalla rappresentanza comunista e, dove il comunismo non è mai maturato, da quella della sinistra tradizionale non si sia trasformato in un'inesauribile fonte di frustrazioni, paure e ricerca di capri espiatori. A questo riguardo, non sono proprio la più lenta, a ben vedere.
Anche ieri, come a giugno, non mi sono scostata dal binario del tram, pur avendone viste le luci per tempo, e non per capacità divinatorie, ma per aver letto i giornali, per aver incontrato dei cittadini statunitensi bianchi, educati, laureati, impiegati e ben remunerati che mi hanno detto che avrebbero convintamente votato ABC (All But Clinton - tutto tranne Clinton) e forse anche per aver vissuto la stagione politica italiana del 1994.
Anche questa volta mi sono privata di preziose ore di sonno, mi sono piazzata sui binari nel bel mezzo di un lungo rettilineo, per poter guardare bene, ma quando il tram ha iniziato a puntarmi i fari contro, mi sono fatta ipnotizzare dal fascio luminoso, come fanno molti animali, sia sulle strade sia nel mare.
Anche questa volta mi sono rialzata, pur suonata, rattristata ed impaurita e, fingendo di aver recuperato presto le forze, ho espresso qualche parola di solidarietà a voce e per iscritto e, con le persone vicine, mi sono anche lasciata andare a lunghi abbracci. A giugno, in risposta alle mie parole, ne ho ricevute alcune da Londra. Queste, che ora mi sento di condividere qui.

Thanks for your thoughts. I feel a bit ashamed to be British today, so it is nice to know we still have some friends!

A “mess” is a very accurate word for it. We have learned that far more people are completely disenchanted with the current state of affairs than the political class had realised. There are many ways of seeing this, but one big aspect was that in traditionally Labour-supporting areas (i.e. typical working class areas) there was a far bigger vote to leave than anyone expected. This reflects I think that many people feel abandoned by both left and right.

As always, we will find a way to muddle through, both the UK and the rest of Europe, and I’m sure in the end we will find some arrangement which does not look like the nightmare that I fear. The future is a closer, more integrated world, with more solidarity between the peoples of different nations, but, for the UK at least, we will have to find a way to engage in that outside the EU. It is hugely sad, and we will have to work ten times as hard to get the same results, but we will get there in the end. As you point out, it is the younger generation who understand our future lies together rather than apart and I am confident that they will overcome these challenges.

All the best,

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Grazie per i tuoi pensieri. Mi vergogno un po' di essere britannico oggi, per cui è bello sapere che abbiamo ancora degli amici!

Un “casino” è una parola molto appropriata per definirlo. Abbiamo imparato che molta più gente di quanto pensasse la classe politica è completamente disincantata dall'attuale situazione. Ci sono molti modi di vedere questa cosa, ma un aspetto importante è stato che nelle regioni tradizionalmente laburiste (vale a dire quelle tipicamente abitate dalla classe operaia) ci sono stati molti più voti per uscire dall'Unione Europea di quanto chiunque si aspettasse. Questo è dovuto - penso - al fatto che molta gente si sente abbandonata sia dalla sinistra che dalla destra.

Come sempre, troveremo modo, noi del Regno Unito ed il resto dell'Europa, di trovare una scappatoia, e sono sicuro che alla fine troveremo qualche accordo che non assomigli all'incubo che temo. Il futuro è un mondo più vicino, più integrato, con più solidarietà tra i popoli delle diverse nazioni, ma, almeno per il Regno Unito, dovremo trovare un modo di realizzarlo al di fuori dell'UE. È infinitamente triste, e dovremo lavorare dieci volte più duramente per ottenere gli stessi risultati, ma ci arriveremo, alla fine. Come notavi tu, è la giovane generazione che si rende conto che il nostro futuro si basa sullo stare assieme piuttosto che sullo stare separati l'uno dall'altro. Sono fiducioso che i giovani supereranno queste sfide.

Tanti auguri,

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