venerdì 28 marzo 2025

De Catilinae Coniuratione, XXXVI

Sed ipse paucos dies conmoratus apud C. Flaminium in agro Arretino, dum vicinitatem antea sollicitatam armis exornat, cum fascibus atque aliis imperi insignibus in castra ad Manlium contendit. Haec ubi Romae comperta sunt, senatus Catilinam et Manlium hostis iudicat, ceterae multitudini diem statuit, ante quam sine fraude liceret ab armis discedere praeter rerum capitalium condemnatis. Praeterea decernit, uti consules dilectum habeant, Antonius cum exercitu Catilinam persequi maturet, Cicero urbi praesidio sit. Ea tempestate mihi imperium populi Romani multo maxume miserabile visum est. Cui cum ad occasum ab ortu solis omnia domita armis parerent, domi otium atque divitiae, quae prima mortales putant, adfluerent, fuere tamen cives, qui seque remque publicam obstinatis animis perditum irent. Namque duobus senati decretis ex tanta multitudine neque praemio inductus coniurationem patefecerat neque ex castris Catilinae quisquam omnium discesserat: tanta vis morbi ac veluti tabes plerosque civium animos invaserat.

Gaius Sallustius Crispus



Ma lui, dopo aver passato qualche giorno a casa di Caio Flaminio nella campagna di Arezzo, il tempo necessario per armare la gente che era già insorta, si avvia al campo di Manlio coi fasci e con le altre insegne di comando. Arrivata la notizia a Roma, il senato dichiara Catilina e Manlio nemici della patria e inoltre stabilisce il giorno entro cui tutti, eccetto chi sia stato condannato a reati capitali, potranno deporre le armi senza conseguenze penali; inoltre, decreta che i consoli arruolino soldati, che Antonio si affretti con l’esercito ad attaccare Catilina e che Cicerone resti a difesa di Roma.

Mi sembrò che in quel momento l’impero del popolo Romano fosse, come non mai, miserabile. Il mondo intero, dall'alba al tramonto, soggiogato alle sue armi, le obbediva; nelle case affluivano pace e ricchezze, i beni primari, per i mortali. E tuttavia, c'erano dei cittadini che volevano ostinatamente rovinare se stessi e lo Stato. Infatti, malgrado i due decreti del senato, nemmeno uno, fra tanti, rivelò la congiura cedendo alla promessa di ricompense, nemmeno uno disertò il campo di Catilina; così virulenta era la malattia che, come un contagio, aveva invaso le menti di tanti cittadini.

Sallustio, La congiura di Catilina, XXXVI, 43-40 a.C.