domenica 29 settembre 2013

Una tragedia in due battute (omaggio ad Achille Campanile)


Personaggi:
STALIN
SEGRETARIO di Stalin

La scena rappresenta l'ufficio di Stalin. Al centro della scena, Stalin alla sua scrivania, ricoperta da pile e pile di decreti di tre parole che il suo segretario gli consegna ogni giorno perché Stalin vi possa apportare la sua famosa virgola. Nella stragrande maggioranza dei casi, come noto, Stalin la pone dopo la parola impossibile:
Graziare impossibile, giustiziare.
Il segretario si avvicina alla scrivania.

STALIN
Ancora il solito decreto, compagno segretario?
SEGRETARIO
No, compagno Stalin, oggi è il Grande Giorno della Libertà e della Giustizia, purtroppo ancora irrealizzate nonostante il tuo quotidiano stacanovismo. 
Leggendo ad alta voce il testo del nuovo decreto:
Sfiduciare impossibile governare.
Come vedi, il testo è nuovissimo e assolutamente rivoluzionario, al punto che persino la virgola può essere inserita in un posto diverso dal solito.

(Sipario)

Tragedia perché così Campanile chiamava i suoi pezzi. In realtà, è solo l'epilogo di un capitolo di storia italiana.
Aggiornamento del 2 ottobre: la virgola, non senza interno travaglio, è restata poi al suo solito posto.

sabato 28 settembre 2013

wia ned gschaid

schdöd se hin      fua de laid
und redt     wia ned gschaid
und de laid      ablaudian
jo hom de olle      ka hian?

Ernst Jandl


si presenta      di fronte alla gente
e parla      come un cretino
e la gente      applaude
ma sono tutti      senza cervello?

A m sun desdé stamatéina

Ho visto David Grossman. Non che ci sia stato alcun merito, in questo: è bastato pagare qualche euro per entrare in un teatro ed arrivare puntuali all'ora dell'incontro programmato.
Non mi sono emozionata per niente, non dal punto di vista strettamente letterario o artistico o creativo (biograficamente è tutto un altro paio di maniche). Delle pochissime persone molto note che ho visto in vita mia, è quella che mi ha emozionato di meno in assoluto, direi. Del resto, Bruce Springsteen è inarrivabile, quanto ad energia che è in grado di trasmettere da un palcoscenico, e la salivazione mi si è azzerata totalmente, come di fronte a pochi altri mi potrebbe mai capitare, solo una volta quando, davanti ad un'edicola di Porta Romana, ho detto ad Ilda Boccassini che non avrebbero dovuto sentirsi soli, lei e i suoi colleghi del tribunale di Milano, che c'erano molte persone che ne sostenevano il lavoro e che insomma, grazie.
I piedi di Grossman, poi, mi hanno molto distratta: sono parecchio grandi, rispetto alla sua altezza, almeno quando si vedono da una platea, appena sotto il palcoscenico. Forse è per questo che nelle foto in cui non gli si vede il solo viso li nasconde con artifizi ben congegnati.


E poi ho perso del tutto la concentrazione almeno per cinque minuti buoni quando ho avvertito l'improvviso desiderio di farmi di velluto raso rosso, come quello della sedia su cui sedevo, nel momento in cui, a fianco a me, mentre lui parlava di parole da trovare per descrivere la vita dei suoi personaggi nella sua interezza, senza alcuna reticenza o censura, è suonato il cellulare di E. con la suoneria di I will survive. Ho temuto che Grossman interrompesse l'intervista, passasse all'inglese e si rivolgesse a noi dicendo: I will survive too, but I'd feel better if you turned off your cell phone o qualcosa del genere. Invece non ha detto niente e ha continuato a seguire il filo del suo discorso, parlando, di preferenza, per immagini, e ricordando per l'ennesima volta che la differenza tra uno psicologo (che in interviste precedenti non aveva ancora completato gli studi, perché era un bagnino) e uno scrittore è che lo psicologo (o il bagnino) si tuffa per andare a salvare chi rischia di annegare, mentre uno scrittore si tuffa per andare ad annegare anche lui. Mi è parso posato ed educato, ma un po' incapace di distinguere bene uno psicologo da un bagnino.
Nella parte finale dell'incontro ha letto qualche passo della sua ultima opera in lingua originale senza l'intervento dell'interprete - bravo ed espressivo - fin lì presente in cuffia. Mi è venuto in mente Guccini quando presentava Al trist: ogni giorno alla radio ascoltate musica americana senza capire un cazzo, potete per una sera ascoltare il dialetto modenese con lo stesso effetto.

A m sun desdé stamatéina l'è primavéra ma al piòv
a m sun desdé stamatéina l'è primavéra ma al piòv,
a n pos purtéret fòra anch sl'lè dmanga
perchè a n gh'ò ménga al vsti nòv,
a n gh'ò ménga al vsti nòv, oh sé.

Grossman però, non si è espresso negli stessi termini di Guccini. Ha detto semplicemente che avrebbe letto un passo del suo ultimo libro, naturalmente senza interprete. Anche l'interprete l'ha confermato: évidemment, sans traduction, ha detto l'interprete, prima di tacere.
Al termine della lettura di Grossman, mentre continuavo a chiedermi il senso di quell'évidemment, sans traduction, tutto il pubblico ha applaudito a lungo, tranne me, ché altrettanto évidemment, non conoscendo l'ebraico, non avevo capito nulla e non me la sentivo quindi di applaudire sulla fiducia uno scrittore pur tanto educato e dai piedi così interessanti, per cui ho applaudito, ma brevemente e senza convinzione.
Non lo so se fossero pagine ben scritte, quelle che ha letto Grossman. Posso però dire che l'ebraico non fa esattamente lo stesso effetto del modenese.


Ариост

В Европе холодно. В Италии темно.
Власть отвратительна, как руки брадобрея.
О, если б распахнуть, да как нельзя скорее,
На Адриатику широкое окно.

Над розой мускусной жужжание пчелы,
В степи полуденной -- кузнечик мускулистый.
Крылатой лошади подковы тяжелы,
Часы песочные желты и золотисты.

На языке цикад пленительная смесь
Из грусти пушкинской и средиземной спеси,
Как плющ назойливый, цепляющийся весь,
Он мужественно врет, с Орландом куролеся.

Часы песочные желты и золотисты,
В степи полуденной кузнечик мускулистый --
И прямо на луну влетает враль плечистый...
Любезный Ариост, посольская лиса,
Цветущий папоротник, парусник, столетник,
Ты слушал на луне овсянок голоса,
А при дворе у рыб -- ученый был советник.

О, город ящериц, в котором нет души,--
От ведьмы и судьи таких сынов рожала
Феррара черствая и на цепи держала,
И солнце рыжего ума взошло в глуши.

Мы удивляемся лавчонке мясника,
Под сеткой синих мух уснувшему дитяти,
Ягненку на дворе, монаху на осляти,
Солдатам герцога, юродивым слегка
От винопития, чумы и чеснока,--
И свежей, как заря, удивлены утрате..

Осип Мандельштам, Май 1933, июль 1935


È freddo in Europa. È buio in Italia: uno dei pochi versi che Mandel'štam è riuscito a ricostruire, in base ai suoi ricordi, della prima versione della sua poesia dedicata al gentile Ariosto. Mi chiedo perché non riesco a trovarne in rete una versione in italiano, la lingua delle cicale, un incantevole intreccio di melanconia puškiniana e di boria mediterranea. O è incapacità mia o non interessa a nessuno. Solo per esaudire il suo desiderio di spalancare il più in fretta possibile un'ampia finestra sull'Adriatico, cerco di farne sentire uno dei suoi profumi dialettali, che non è il più elegante, ma è pur sempre il mio.

Ariosto

Xe zima in Europa. Xe scuro in Italia. El poder fa schifo come le man de un brivez. Quanta voia gavessi de verzer 'desso, ma in 'sto momento propio, un finestron sul'Adriatico!

Sula rosa muscosa tuto un ronzar de api, nela stepa del sud, un grilo tuto un nervo. Al caval co' le ale i feri i ghe pesa, clesidre zale e de oro. Nela lingua dele zigale, un stupendo misiòt de smonamento malinconico de Puškin e del solito, mediteraneo cagar fora del bucal, come un'edera infestante, che se rampiga per tuto, el conta bale senza paura, fazendo el mona con Orlando.

Clesidre zale e de oro. Nela stepa del sud, un grilo tuto un nervo. E via, direto sula luna el svola, quela boba co' le spale come un armeron. Gentile Ariosto, volpe de ambassada, felce in fior, barca, agave, te ga sentì su la luna le vosi dei lughereti e, ala corte dei pessi, te son stà un consiglier 'sai studià.

Oh zità de sariandole e senza anime, te ga fato fioi co' strighe e con giudici, Ferrara indiferente, te li ga tignudi incadenai, mentre el sol, de fiama del rosso de la sageza, se alzava tra le graie e i grembani.

Cossa xe una maravea per noi, caro Puškin? Una picia becheria, un picio che spava soto la rede de mosche dai riflessi blu, un agnel su una colina, un monaco su un mus, i soldai del Duca con una legera bala de vin, de peste, de aio; ciapai in controtempo dala perdita, nova come l'alba.

Osip Mandel'štam, magio 1933 - luglio 1935

venerdì 27 settembre 2013

Mi chiamo..., abito a... Vorrei sentire "Fermandosi accanto ad un bosco in una sera innevata"

Mi chiamo ...
Non riportate il mio nome.
Abito a ...
Abito da qualche parte.
Mia moglie è morta il mese scorso.
Mio figlio si sta per sposare.
Sono triste e niente ha più senso.
Mi ricordo solo la metà delle parole.
Sono malato e vecchio.
Sono giovane ed innamorato.
Lei amava così tanto questa poesia.
Così, per fare gli auguri agli sposi.
Quei versi riescono ancora a sollevarmi.
Potreste finire il distico per me ed aiutarmi a togliermelo dalla testa? 
Datemi un po' di John Donne per aiutarmi a ricordare che una volta ero giovane ed innamorato.
Mandate in onda questa poesia. È il mio cuore che ve la chiede.
Grazie.

Ispirato da ascoltatori della trasmissione radiofonica Poetry please.
The Guardian, 26 settembre 2013 


giovedì 26 settembre 2013

Heimatlose

Ich bin fast
Gestorben vor Schreck:
In dem Haus, wo ich zu Gast
War, im Versteck,
Bewegte sich,
Regte sich
Plötzlich hinter einem Brett
In einem Kasten neben dem Klosett,
Ohne Beinchen,
Stumm, fremd und nett
Ein Meerschweinchen.
Sah mich bange an,
Sah mich lange an,
Sann wohl hin und sann her,
Wagte sich
Dann heran
Und fragte mich:
“Wo ist das Meer?”


Son davvero
quasi morto dal terrore:
nella casa in cui ero
ospite, ben nascosto per timore,
si mise a muoversi,
ad agitarsi
di colpo dietro le tavolette
di una cassa vicino al gabinetto,
senza zampette,
muto, straniero e graziosetto
un porcellino d'India.
Impaurito mi guardò,
lungamente mi guardò,
rifletté,
si arrischiò
poi a
chiedermi:
“E l'India dov'è?”

mercoledì 25 settembre 2013

Großer Vogel

Die Nachtigall ward eingefangen,
Sang nimmer zwischen Käfigstangen.
Man drohte, kitzelte und lockte.
Gall sang nicht. Bis man die Verstockte
Im tiefsten Keller ohne Licht
Einsperrte. - Unbelauscht, allein
Dort, ohne Angst vor Widerhall,
Sang sie
Nicht - -,
Starb ganz klein
Als Nachtigall.



Grande uccello

Quando l'usignolo fu sbattuto in galera,
non cantò più tra le sbarre della voliera.
Nonostante minacce, solleticamenti e promesse profuse
il canterino non cantò. Finché non lo si rinchiuse
con la sua ostinazione nella cantina più profonda
priva di luce. - Ignorato, solo
là, senza paura dell'eco,
non
cantò - -,
Morì piccolo piccolo
come usignolo.

mercoledì 18 settembre 2013

Il Grand Tour di mio nonno

Dice Barbara Spinelli che "il disfacimento raggiunge l'acme quando si parla di grazia, o di commutazione della pena da detentiva a pecuniaria (solo il politico straricco può permetterselo). Tutto si confonde ed evapora, il delitto per primo, quando le parole vengono distorte dagli eufemismi che addolciscono il reale, o dai disfemismi che lo intenebrano: quando al posto di impunità si dice agibilità, o quando la giustizia è chiamata plotone di esecuzione. Daranno un altro nome anche alla grazia. La ribattezzeranno chissà come: stabilità, responsabilità, prudenza. Apparirà saggezza, graziare un pregiudicato che lasci il Senato prima che il Parlamento si pronunci. Senza ammettere alcunché, il frodatore sarà incensato come nobile e statista".
Ha ragione. Leggendola, però, mi è venuto in mente che se anch'io mi augurerei che non si usassero né eufemismi né disfemismi, tuttavia non riesco ad arrivare alla conclusione che sia sufficiente usare le parole senza alterarle, per far fronte al disfacimento contrapponendo alle distorsioni della realtà la verità, a cominciare da quella lessicale. Per esempio, nella Scheda personale e biografica del mio nonno materno, emessa nel Campo di Sosta e Contumacia di Bari, a me evidentemente molto cara, il motivo del rimpatrio di mio nonno è stato qualificato come: rimpatrio. 

Al di là del rischio della tautologia, poi, rimangono, fra le altre, le questioni dell'interpretazione, del contesto, ecc. Per restare allo stesso esempio, quando l'otto settembre non vorrà dire più nulla e qualcuno ripasserà di qui, finirà che lo sbandamento addebitato a mio nonno Romeo in data 9 settembre 1943 sarà attribuito a lui e a lui solo, un maldestro autista sbandato in curva durante una spensierata vacanza nel Peloponneso e rientrato in Italia su una nave da crociera francese.

mercoledì 11 settembre 2013

Höhere Mathematik

Die Logik der Eliten
ist eine einfache Rechnung:

Ein Hartz IV-Bezieher
benötigt pro Tag
für Nahrung
4 Euro plus ein paar Cent

Ein deutscher Polizeihund
benötigt pro Tag
für Nahrung
6 Euro plus ein paar Cent

Aber der
arbeitet ja auch.

Urs Böke
Land ohne Verfassung, 2013

via Teflon.

Matematica superiore

La logica delle classi dirigenti
è un calcolo semplice:

chi percepisce l'indennità di disoccupazione
ha bisogno per l'alimentazione
quotidiana
di 4 euro e qualche centesimo

un cane poliziotto tedesco
ha bisogno per l'alimentazione
quotidiana
di 6 euro e qualche centesimo

ma è pur vero
che lui lavora.

martedì 10 settembre 2013

Porque a ortografia também é gente/Perché anche l'ortografia è una persona*

Sto cercando di capire la differenza tra totalitario e globale. Per il gusto di farlo e, in misura del tutto minore, per capire se abbiano dei punti in comune e quali siano. Me ne occupo nel tempo che riesco a crearmi e me ne occupo, banalmente, in ordine cronologico. Di conseguenza, non so ancora cosa voglia dire globale, anche se nel suo mare ci vivo ogni giorno, mi dicono, mentre sto mettendo da parte qualche elemento per farmi un'idea di cosa possano essere stati effettivamente gli stati totalitari e delle tracce che eventualmente sono riusciti a lasciare in eredità agli stati che hanno preso il loro posto.

Per il momento, mi sembra di aver cominciato a trovare delle coincidenze - non saprei come altrimenti chiamarle - tra il linguaggio e la logica di alcuni protagonisti presenti (inclusi sia i soggetti al potere sia non pochi dei loro antagonisti) e quelli degli stati totalitari, ad esempio se si considera la predisposizione di entrambi a creare una rappresentazione del mondo funzionale ai propri obiettivi, impermeabile ai fatti e alle loro evoluzioni, e basata su una memoria storica vuoi selettiva vuoi alterata ad arte.

Considerando gli strumenti di cui mi posso avvalere, le conclusioni, se mai ce ne saranno, saranno lunghe a venire e sofferte, soffertissime. A proposito di linguaggio, ad esempio, leggendo il testo Victor Klemperer, repenser le langage totalitaire,  sous la direction de Laurence Aubry et Béatrice Turpin, CNRS éditions, 2012, ho trovato, nello spazio di appena qualche pagina iniziale, perle come:
"un ou plusieurs membres des escouades, "squadri", du parti fasciste";
"Quella metà che vide definitiva la nostra feroce volontà totalitaria sarà perseguita con ancore maggiore ferocia";
"alla conquista plena, totalitaria de tutti le potere dello Stato";
"Der totale Staat wird keine Unterschied dulden"; e
"die liberale Machtstaaten".

Quelle souffrance.



*Não tenho sentimento nenhum político ou social. Tenho, porém, num sentido, um alto sentimento patriótico. Minha pátria é a língua portuguesa. Nada me pesaria que invadissem ou tomassem Portugal, desde que não me incomodassem pessoalmente. Mas odeio, com ódio verdadeiro, com o único ódio que sinto, não quem escreve mal português, não quem não sabe sintaxe, não quem escreve em ortografia simplificada, mas a página mal escrita, como pessoa própria, a sintaxe errada, como gente em que se bata, a ortografia sem ípsilon, como o escarro directo que me enoja independentemente de quem o cuspisse. Sim, porque a ortografia também é gente. A palavra é completa vista e ouvida. E a gala da transliteração greco-romana veste-ma do seu vero manto régio, pelo qual é senhora e rainha.

Bernardo Soares, Gosto de dizer

Non ho alcun sentimento politico o sociale. Eppure ho, in un certo senso, un alto sentimento patriottico. La mia patria è la lingua portoghese. Non m'importerebbe niente se invadessero od occupassero il Portogallo, a condizione che non mi disturbassero personalmente. Ma odio, con un odio vero, con l'unico odio che sento, non chi scrive male il portoghese, non chi non sa la sintassi, non chi scrive con un'ortografia semplificata, ma la pagina scritta male, come se fosse una persona vera; la sintassi sbagliata come se fosse gente da picchiare; l'ortografia senza ipsilon come uno sputo diretto che mi fa schifo indipendentemente da chi sputa. Sì, perché anche l'ortografia è una persona. La parola è completa se vista e sentita. E la gala della traslitterazione greco-romana me la veste col suo vero manto regio, per il quale è signora e regina.

Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares, traduzione di María José de Lancastre e Antonio Tabucchi, Feltrinelli, 2003

venerdì 6 settembre 2013

As it is

2 February

Returned to Churchill's Marlborough, interrupted owing to Mary's inability to read aloud. It is the most expensive book in history. Winston should not have had the leisure to write it, but should have been in office,(1) in which case England would have been so well armed that Germany would not have dared to disobey her, or having done so, would soon have had to yield. As it is, England is spending billions, where tens of millions, or a few hundred millions, would have sufficed. But Anglo-Saxons are not military minded, and will not believe in war until it is upon them.

Bernard Berenson, One year's reading for fun, 1942

(1) Sir Winston's biography was written during the first years of his decade of absence from the Cabinet (1929-1939).



2 febbraio

Ripreso il Marlborough di Churchill, interrotto per l'incapacità di Mary di leggere ad alta voce. È il libro più caro della storia. Winston non avrebbe dovuto prendersi il tempo di scriverlo, ma avrebbe dovuto restare in carica,(1) nel qual caso l'Inghilterra sarebbe stata così ben armata che la Germania non avrebbe osato disobbedirle o, se l'avesse fatto, avrebbe dovuto arrendersi presto. E invece l'Inghilterra sta spendendo miliardi, mentre decine di milioni o qualche centinaia di milioni sarebbero stati più che sufficienti. Ma gli anglosassoni non hanno una mentalità militare e non credono nella guerra finché non ci sono dentro. 

(1) La biografia di Sir Winston fu scritta durante i primi anni del suo decennio di assenza dal governo (1929-1939).

mercoledì 4 settembre 2013

Italien-Chanson

Wie war Italien einst verdreckt!
Jetzt ist Italien sauber.
Man hat dort deshalb Gold entdeckt.
Wem dankt man solchen Zauber?

Refrain: Mussolinchen, das das Ärmchen hebt,
         Das Mädchen für alles, das Mädchen,
         Das, spät geboren, weiter lebt
         Dank vieler Attentätchen.

Italien, das schon manche Schlacht
Gewann, ha! Heute siegt es
An jedem Tag, in jeder Nacht
Wohl zehnmal. An wem liegt es?

Refrain: Mussolinchen, das das Ärmchen hebt,
         Das Mädchen für alles, das Mädchen,
         Das, spät geboren, weiter lebt
         Dank vieler Attentätchen.

Italia, die Großnation,
Wird - nur dank Mussolinis
Genie - einst ---
- (Schluß der Redaktion)
Finis.

Joachim Ringelnatz, 1926


Com'era sporca l'Italia una volta!
Ora l'Italia è pulita.
Vi si è dunque scoperto l'oro stavolta.
A chi si deve questa magia inaudita?

Ritornello: A Mussolinino che solleva il braccino,
         il tuttofare, il tuttofare italiano 
         che, nato tardi, se ne vive ben benino
         grazie all'attentatino quotidiano.

L'Italia, che già qualche battaglia a suon di botte
ha vinto, ah! Oggi vince travolgente
ogni giorno, ogni notte
come minimo dieci volte. Da chi dipende?

Ritornello: Da Mussolinino che solleva il braccino,
         il tuttofare, il tuttofare italiano 
         che, nato tardi, se ne vive ben benino
         grazie all'attentatino quotidiano.

L'Italia, la grande nazione,
diventa - solo grazie a Mussolini
genio - un giorno ---
- (Fine della redazione)
Finis.

lunedì 2 settembre 2013

Poem of disconnected parts

At Robben Island the political prisoners studied.   
They coined the motto Each one Teach one.

In Argentina the torturers demanded the prisoners   
Address them always as “Profesor.”   

Many of my friends are moved by guilt, but I   
Am a creature of shame, I am ashamed to say.

Culture the lock, culture the key. Imagination   
That calls boiled sheep heads “Smileys.”

The first year at Guantánamo, Abdul Rahim Dost   
Incised his Pashto poems into styrofoam cups.

The Sangomo says in our Zulu culture we do not
Worship our ancestors: we consult them.”   

Becky is abandoned in 1902 and Rose dies giving   
Birth in 1924 and Sylvia falls in 1951.   

Still falling still dying still abandoned in 2005   
Still nothing finished among the descendants.   

I support the War, says the comic, it’s just the Troops   
I’m against: can’t stand those Young People.   

Proud of the fallen, proud of her son the bomber.   
Ashamed of the government. Skeptical.   

After the Klansman was found Not Guilty one juror   
Said she just couldn’t vote to convict a pastor.   

Who do you write for? I write for dead people:   
For Emily Dickinson, for my grandfather.   

The Ancestors say the problem with your Knees
Began in your Feet. It could move up your Back.”   

But later the Americans gave Dost not only paper   
And pen but books. Hemingway, Dickens.   

Old Aegyptius said Whoever has called this Assembly,   
For whatever reason—it is a good in itself.   

O thirsty shades who regard the offering, O stained earth.   
There are many fake Sangomos. This one is real.

Coloured prisoners got different meals and could wear   
Long pants and underwear, Blacks got only shorts.   

No he says he cannot regret the three years in prison:   
Otherwise he would not have written those poems.   

I have a small-town mind. Like the Greeks and Trojans.   
Shame. Pride. Importance of looking bad or good.   

Did he see anything like the prisoner on a leash? Yes,   
In Afghanistan. In Guantánamo he was isolated.   

Our enemies “disassemble” says the President.   
Not that anyone at all couldn’t mis-speak.   

The profesores created nicknames for torture devices:   
The Airplane. The Frog. Burping the Baby.   

Not that those who behead the helpless in the name   
Of God or tradition don’t also write poetry.   

Guilts, metaphors, traditions. Hunger strikes.   
Culture the penalty. Culture the escape.   

What could your children boast about you? What   
Will your father say, down among the shades?   

The Sangomo told Marvin, “You are crushed by some
Weight. Only your own Ancestors can help you.”

Robert Pinsky
Gulf Music, 2007



Poesia composta da parti incoerenti

A Robben Island i prigionieri politici studiavano.
Coniarono il motto Ognuno Insegni ad un altro.

In Argentina i torturatori richiedevano ai prigionieri
che gli ci si rivolgesse sempre con un "Profesor".

Molti miei amici sono pervasi dal senso di colpa, ma io
sono una creatura della vergogna, mi vergogno di dire.

Cultura: serratura e chiave. Immaginazione
che chiama le teste di pecora bollite "Smileys".

Il primo anno a Guantánamo, Abdul Rahim Dost
scrisse le sue poesie in pashtu graffiando tazze di polistirolo.

"Lo Sciamano dice che nella nostra cultura zulù non
adoriamo i nostri antenati, li consultiamo".

Becky viene abbandonata nel 1902 e Rose muore
di parto nel 1924 e Sylvia cade nel 1951.

Continuano a cadere a morire a venire abbandonate nel 2005
non si riesce a finire niente nemmeno tra noi discendenti.

Sono a favore della Guerra, dice il comico, sono solo contro
le Truppe: non sopporto quei Giovani.

Orgogliosa dei caduti, orgogliosa del figlio bombardiere.
Prova vergogna per il governo. Scettica.

Dopo che l'Uomo del Ku Klux Klan  fu dichiarato Non Colpevole una donna della giuria
disse di non poter proprio condannare un pastore.

Per chi scrivi? Scrivo per i morti:
per Emily Dickinson, per mio nonno.

"Gli Antenati dicono che il problema alle tue Ginocchia
iniziò dai Piedi. Potrebbe risalire fino alla Schiena".

Ma dopo gli Americani diedero a Dost non solo carta
e penna, ma anche libri. Hemingway, Dickens.

Il vecchio Egizio disse Chiunque abbia convocato questa Assemblea,
qualsiasi ne sia stato il motivo - è un bene di per sé.

Oh ombre assetate che considerate le offerte, oh terra macchiata.
Ci sono molti Sciamani falsi. Questo è vero. 

I Prigionieri di colore ricevevano pasti diversi e potevano indossare
pantaloni lunghi e biancheria, i Neri solo pantaloni corti.

No - dice -  non gli dispiace per i tre anni in prigione:
altrimenti non avrebbe scritto quelle poesie.

Ho una mentalità provinciale. Come i greci ed i troiani.
Vergogna. Orgoglio. Importanza di un aspetto brutto o bello.

Ha visto qualcosa come il prigioniero al guinzaglio? Sì,
in Afghanistan. A Guantánamo era in isolamento.

I nostri nemici "si disradunano", dice il Presidente.
Non che qualcuno non possa commettere degli errori, parlando.

profesores inventarono soprannomi per gli strumenti di tortura:
l'Aeroplano. La Rana. La Macchina per i ruttini dei neonati.

Non che quelli che hanno decapitato gli inermi in nome
di Dio o della tradizione non scrivano anche poesia.

Colpe, metafore, tradizioni. Scioperi della fame.
Cultura, la punizione. Cultura, la fuga.

Che motivo avrebbero per vantarsi di te i tuoi figli? Cosa
dirà tuo padre, giù tra le ombre?

Lo Sciamano ha detto a Marvin: "Sei schiacciato da qualche
Peso. Solo i tuoi Antenati ti possono aiutare".

How do ye make

How do ye make terriblye ungrammatical slange ynto somethinge correcte? WAYTE A HUNDRED YEERES!



Come trasmutar un gergo zeppo di errori grammaticali in qualcosa di corretto? ASPETTA CENT'ANNI!